Carol Gilligan, psicologa e ricercatrice americana, è nota per il successo di Con voce di donna. Etica e formazione della personalità, pubblicato nel 1987.
Un testo che si è posto all’inizio di una rivoluzione dando voce ed espressione alla differenza che segna il sentire delle donne.
Dopo più di vent’anni Carol Gilligan prosegue e approfondisce la ricerca precedente e mette in luce la dura resistenza che le ragazze adolescenti oppongono a un’iniziazione socialmente fissata e culturalmente definita che le vorrebbe assimilate al modello corrente di femminilità. Passive, sottomesse, pronte a dimenticare se stesse per non essere tacciate di egoismo, insensibilità e non diventare socialmente escluse.
Per scoprire la voce più autentica delle ragazze Gilligan usa come sempre l’intervista e l’ascolto. Un ascolto molto particolare che non si limita alle parole, ma prende in considerazione anche il corpo, le esitazioni, gli occhi abbassati, i silenzi significativi.
L’inclinazione a render conto delle relazioni, la vulnerabilità, l’empatia, la cura del vivente sono i valori che le giovani donne esprimono non senza fatica perché si contrappongono agli ideali di virilità, competizione e ricerca del proprio interesse che segnano i canoni riconosciuti.
Seguendo questa traccia, Gilligan apre a una rilettura dei miti greci, da Persefone e Medea fino a Amore e Psiche, dei personaggi letterari, da Lisistrata all’adultera della Lettera scarlatta. Né poteva mancare in questa ricerca il padre della psicoanalisi: infatti l’autrice dedica a lui un intero capitolo e sottopone Freud e la sua teoria a un esame critico accurato e fuori dai canoni.
A conclusione delle sue indagini, Gilligan ha una visione positiva del futuro. Un’etica femminista della cura è parte integrante della lotta per liberare la democrazia dalla stretta del patriarcato, per preservare la crescita, il benessere, le qualità umane e raggiungere una migliore libertà e capacità di relazione.