“Io in genere scrivo in uno stato d’animo di beffa, di canzonatura. Per divertirmi, non per soffrire. Infatti la mia prosa è libera e il mio genere è trasgressivo e umoristico. Mi piace lanciarmi con il paracadute e, siccome ho un orecchio interno, posso far benissimo a meno dei punti, delle virgole, dei punti e virgola che mi sono venuti terribilmente a noia. Laura Lepetit della Tartaruga, sapendomi molto cinofila, molto gattofila, mi chiese una serie di racconti sugli animali. Al giorno d’oggi c’è attorno un’umanità così violenta che gli unici punti di riferimento sono proprio gli animali. Così mi misi al lavoro. Ma stranamente non mi vennero come protagonisti degli animali bensì degli umani. Forse perché gli animali, essendo le uniche cose serie della vita, non si prestavano al mio umorismo.”
15 Gennaio 2013