di Gabriella Lazzerini
C’è stato un tempo in cui stavamo in casa
brave mogli brave madri capaci
le figlie e i figli in piazza a lottare
noi a tessere la vita quotidiana
portare sollievo a chi stava in carcere
nascondere qualcuno ricercato
era amore di madre non politica
figli e figlie a migliaia scomparivano
in un baratro atroce di silenzio
ognuna sola cercava bussava
a porte chiuse nessuna risposta
ammettere la morte di ciascuno
riconoscere i corpi e sotterrarli
li avrebbe uccisi due volte i nostri figli
guardarsi assieme con le mani vuote
in comune soltanto l’esser madri
ognuna madre dei figli delle altre
forza di madre potere di madre
noi nulla sapevamo di politica
ma il coraggio cresceva e domandava
parole nuove lotte da inventare
noi per sempre incinte dei nostri figli
la piazza per urlare il nostro dolore
per rompere il silenzio con un urlo
noi siamo partorite dai nostri figli
ci siamo chieste chi erano i nostri figli
è capovolto il potere del padre
perché una donna è una è tre è cinque
noi per sempre incinte dei nostri figli
la vita vale vita non denaro
in cambio di omaggi vuoti a chi è morto
noi rifiutiamo una realtà bugia
mai morirà una rivoluzione
noi non permetteremo mai a nessuno
di dare un prezzo alla vita dei morti
noi per sempre incinte dei nostri figli
ancora oggi la gente scompare
non è finito il terrore di stato
ma noi sentiamo che stiamo partorendo
vogliamo mettere il corpo nella lotta
le madri e le donne del mondo vicine
il nostro corpo è al servizio dei figli
noi per sempre incinte dei nostri figli
noi la nostra presenza un abbraccio
noi con i minatori di Rio Turbio
noi nel Chaco insieme ai contadini
con le lotte dei Sem terra in Brasile
nostri anche i figli di fame e miseria
a torto detti bambini di strada
noi per sempre incinte dei nostri figli
per chi ha bisogno dove la terra soffre
non importa il problema del momento
è come un obbligo che ci lega dentro
nel conflitto chi più gioca è una madre
si può allattare in tante maniere
e partorire idee lotte occasioni
noi per sempre incinte dei nostri figli
nasce dall’atto il sapere chi siamo
se una donna vuole allora può
se ci sembrava non avere niente
fu uno strappo incontrare la catastrofe
rivoluzione agire nel momento
semplice quel che pareva impossibile
noi per sempre incinte dei nostri figli
la madre insieme fa per sé e per altri
da questa lotta che si chiama politica
noi non vogliamo in cambio né potere
né posti di prestigio o di partito
ma portarla nel mondo questa pratica
trovare madri dove c’è lotta o guerra
noi per sempre incinte dei nostri figli
i nostri figli ci hanno partorito
dentro di noi qualche cosa aspettava
i nostri figli l’hanno messa al mondo
la nostra lotta è un sempre creare
il latte inconsapevole gli ha dato
grandezza e voglia di cambiare il mondo
noi per sempre incinte dei nostri figli
sentiamo tutto il mondo nostri figli
democrazia non è certo votare
ma fare proprio il patimento altro
il mondo parla noi lo raccogliamo
questo diventa azione politica
prima sentiamo solo dopo pensiamo
noi per sempre incinte dei nostri figli
politica è pensare a cosa fare
al dolore delle madri di bambini
non si ama una giustizia sconosciuta
inventiamo altre forme di giustizia
cambiamo nomi alle cose ai nostri figli
non terroristi ma rivoluzionari
noi per sempre incinte dei nostri figli
non verità né riconciliazione
la giustizia è punire gli assassini
andare sotto casa agli assassini
e gridare il dolore e la condanna
sotto alle foto dei figli scomparsi
far nascere protesta e poesia
noi per sempre incinte dei nostri figli
una donna è tornata dall’inferno
a questo tempo allude e non racconta
noi vogliamo trasmettere la storia
lasciare eredità a chi non c’era
perché cresca l’amore alla politica
la politica è il meglio per gli umani
noi per sempre incinte dei nostri figli
mai a nessuno chiediamo il permesso
al giovedì da ventiquattro anni
i nostri corpi al gelo al vento al sole
camminiamo in silenzio nella piazza
e tutti i giorni tessiamo la lotta
ci vuole resistenza e convinzione
noi per sempre incinte dei nostri figli
non siamo tristi la lotta ci fa bene
siamo capaci di ridere e cantare
suonano al vento le fotografie
sono le voci dei figli come in festa
la piazza è nostra è loro è di tutti
lotta si perde se la si abbandona.