Il film è il risultato di un viaggio delle due registe per l’Italia, nella storia e nel presente, tra luoghi, gruppi, donne e uomini che hanno in comune di pensare e praticare politiche di libertà femminile: un viaggio ovviamente parziale dato che queste realtà sono state e sono tuttora moltissime e anche molto diverse tra loro, ma che dà l’idea della dimensione e dell’articolazione e del profondo radicamento di questo femminismo. Il titolo, La politica del desiderio, riprende il titolo del libro di Lia Cigarini (Pratiche 1995, ancora in circolazione) e vuole significare oggi che ciò che ha reso dirompente la politica delle donne in Italia è disponibile per tutte e tutti, donne e uomini, che sono esseri desideranti.
“La cosa veramente importante per una femminista, che sia italiana, australiana, americana, giapponese o marocchina, non è il femminismo. È importante, invece e sopra tutto, che ci sia libertà per ogni donna che viene al mondo, libertà di pensare e di agire in rispondenza ai suoi desideri e, prima ancora, libertà di desiderare senza misure stabilite da altri.
Noi qui facciamo riferimento al femminismo (precisamente, al femminismo della seconda ondata che comincia negli anni Sessanta del secolo scorso) solo perché ha risvegliato in tante donne, in tanti paesi del mondo, la voglia di essere libere. E le ha fatte incontrare. Tra quelle donne ci siamo anche noi che presentiamo questo racconto di fatti, idee e immagini” (dall’Introduzione).
La politica del desiderio (Italia, 2010) è un documentario di 74 minuti di Flaminia Cardini, Lia Cigarini, Luisa Muraro, Manuela Vigorita, regia di Manuela Vigorita e Flaminia Cardini, prodotto da Libreria delle donne di Milano e L'altra vista. Accompagna il film un piccolo libro, a cura di Clara Jourdan, sull'originalità del femminismo italiano, con nomi di luoghi e di persone e un'antologia di testi che hanno contato nel movimento