di Erika Dellacasa
A Genova raccolte oltre centomila firme contro la storia di un ragazzino dall’identità sessuale «fluida» raccontata da Giuliano Scarpinato e tratta dal libro di Lori Duran
GENOVA — Oggi alle sei e mezza di sera Michele Degirolamo si vestirà con la coroncina da principessa e con la maschera da supereroe, sarà un po’ uomo e un po’ donna o meglio un po’ bambino e un po’ bambina perché lo spettacolo che andrà in scena a Genova nella sala del teatro della Tosse di questo tratta: di un bambino «fluido», maschio di lunedì e femmina di martedì.
La parola, gender, è di quelle che sollevano polemica. E polemica è stata. «Fa’ afafine, mi chiamo Alex e sono un dinosauro», spettacolo diretto da Giuliano Scarpinato e tratto dal libro di Lori Duran, madre di un bambino «non conforme», è stato osteggiato, boicottato, minacciato fino a far annullare alcune date in cartellone. Per questo la rete dei teatri genovesi a partire dai Giardini Luzzati ha deciso di invitare «Fa’ afafine» (la parola definisce nelle isole Samoa chi si sente insieme uomo e donna) per una rappresentazione gratuita come «segno di tangibile protesta contro il tentativo di censura in atto». Chi più chi meno (le finanze dei teatri sono sempre nella burrasca), con il Teatro Stabile di Genova in testa, tutti hanno contribuito a finanziare la messa in scena di questa sera.
Su input di Generazione famiglia, da gennaio sono state raccolte oltre 100 mila firme contro lo spettacolo sotto una petizione che inizia con le parole «Allarme rosso!» e termina con un appello a nonni e genitori a impedire che le scuole portino i bambini ad assistere allo spettacolo. Ci sono state manifestazioni e striscioni (di Forza nuova) davanti ai teatri o agli istituti scolastici in alcune città, a Potenza lo spettacolo è stato annullato, a Bologna è stato presidiato dai carabinieri. Generazione famiglia chiede che il ministro dell’ Istruzione vieti agli insegnanti di portare i ragazzi a vedere «Fa’ afafine», al contrario una lettera firmata da 43 parlamentari a cominciare da Monica Cirinnà e Gianni Cuperlo chiede di difenderne la messa in scena.
Il Comune di Genova ha dato il suo patrocinio all’ iniziativa. «Non cado in queste trappole – dice il consigliere regionale di Fratelli d’ Italia Matteo Rosso -, come Regione abbiamo cancellato i finanziamenti della giunta Burlando agli insegnamenti “arcobaleno” nelle scuole e abbiamo aperto uno sportello per le famiglie e anti gender, questa è la nostra risposta».
(Corriere della Sera, 16 marzo 2017)