di Giovanni De Mauro
Il 18 febbraio 160mila persone sono scese in piazza a Barcellona per protestare contro le politiche sull’immigrazione. Chiedevano al governo nazionale di rispettare gli accordi con l’Europa e di accogliere più rifugiati. A venti mesi dall’insediamento della nuova giunta della sindaca Ada Colau, due ricercatori britannici, Oscar Reyes e Bertie Russell, su Open Democracy hanno riassunto in otto punti la sua esperienza di governo.
- Per combattere in modo efficace la xenofobia bisogna affrontare le ragioni reali delle difficoltà economiche dei cittadini e proporre soluzioni altrettanto reali.
- Ada Colau è la prima donna a guidare la città. È una delle fondatrici della piattaforma cittadina Barcelona en comú (BComú) ed è portavoce della campagna contro gli sfratti. Guida un gruppo di undici consiglieri comunali, di cui sette sono donne. Rivendica uno stile politico che esprime apertamente contraddizioni e dubbi.
- BComú è nato attraverso un processo capillare e continuo di ascolto dei cittadini in incontri pubblici insieme a gruppi tecnici e di esperti.
- Il tentativo è trasformare i cittadini da destinatari passivi di scelte politiche ad agenti attivi nel cambiamento della città. È un percorso complicato e imperfetto, scrivono Reyes e Russell, ma per governare bene bisogna sperimentare nuovi processi che rispondano ai bisogni delle persone.
- BComú non è espressione locale di un partito nazionale, ma non rifiuta i partiti, e anzi amministra Barcellona insieme a Podemos e ai verdi catalani.
- Prendere il potere nelle istituzioni non basta se non c’è anche il potere che viene dai movimenti di base.
- È importante costruire una rete di relazioni con esperienze politiche di altri paesi.
- Nella gestione dei servizi essenziali la scelta non è solo tra privato e pubblico. C’è una terza possibilità: risorse e servizi trattati come beni comuni e controllati, prodotti e distribuiti dai cittadini in base ai loro bisogni.
(Internazionale, 16 marzo 2017)