di Luisa Muraro
La notizia che associa il mio nome a quello dell’ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, non è vera. È nata per un malinteso. Se volete dare la colpa a qualcuno o a qualcuna, niente polemiche, me la prendo io. Quando ho scoperto che anche Nichi Vendola era stato invitato dalla Rai Tv 3 a parlare di nuove maternità, ho sentito che non potevo partecipare a quel programma.
Perché lo hanno invitato? Una risposta c’è, ovvia e molto criticabile.
Non ho niente da ridire sulle idee di questo personaggio, le rispetto e in parte le condivido, ma non tutto è rispettabile nel suo comportamento. C’è chi va all’estero per farsi fare le scarpe o il vestito. È un insulto ai poveri. Andarci per farsi confezionare un bambino, è un insulto ai poveri, alle donne e ai bambini. So che ci sono coppie infertili che questo lo fanno: non approvo il loro comportamento, ma so che hanno delle giustificazioni. Il caso di Nichi Vendola è ben diverso. Lui è un uomo politico ed è andato all’estero per aggirare la legge italiana, ha agito in contrasto con l’orientamento raccomandato dall’Europa e si è presentato all’opinione pubblica ignaro di essere nel torto anche verso l’ordine simbolico materno. Ha fatto della madre un mezzo per soddisfare un suo desiderio, che in sé era degno, ma non a queste condizioni.
Non si tiri fuori l’omofobia. A Nichi Vendola io accosto per un confronto quel sindaco socialista francese che ha detto: io, omosessuale, soffro di non avere bambini, ma lo accetto, e non chiederò né allo Stato né alla scienza di rimediare a una mancanza legata alla natura dell’omosessualità, lo faccio per rispetto di me stesso e per rispetto dei bambini (Le Figaro magazine, 29.3.2013).
(www.libreriadelledonne.it, 29/09/2017)