Grande Seminario di Diotima 2015
Umanità dissestata
La scommessa femminista oggi
Sperimentiamo un pieno di idee e di iniziative e di interpretazioni della realtà che più che aiutare oggi ci confondono. Al medesimo tempo l’ideologia neoliberale suggerisce una libertà individuale di decidere, di progettarci, di costruirci e costruire soggettivamente; ci sottrae però la possibilità di contrattare le linee generali dei movimenti di realtà più ampi. Così possiamo dire che viviamo troppo di tutto, ma che è il senso della vita a scarseggiare.
Con l’espressione Umanità dissestata sappiamo di alludere a più cose. C’è il riferimento a una vita profondamente scossa, per cui abbiamo difficoltà a compiere scelte che siano guidate da un senso condiviso, in quanto molti riferimenti che ci potrebbero aiutare non ci sono, o sono vecchi, non più adeguati. Continuiamo ad agire, ma per forza di cose un po’ a caso.
Anche gli effetti della globalizzazione creano dissesto ponendoci a contatto con donne e uomini provenienti da realtà diversissime radicate in culture, linguaggi, costumi altri. Si può lasciare andare tutto, sapendo che diverremo anche noi “altri” a noi stessi. Tale dissesto è inarrestabile. Cosa diverremo?
Umanità dissestata allude anche al fatto che comunque una civiltà è sempre nata da differenze che squilibrano, trasformano, non è mai sorta dalla difesa dell’antico, dalla ricerca di armonizzazione a tutti i costi. L’armonia statica è una rappresentazione mortifera della realtà e chi la persegue lo ha sempre fatto tagliando via ciò che è eccentrico, vitale, non accetto.
Il femminismo non ha mai teso a una differenza sessuale armonizzante in cui si desideri fare Uno. Anzi, ha saputo giocare nello scarto tra l’uno e il due, nello scarto tra ricerca di sé e apertura all’altro, facendo leva sulle asimmetrie simboliche, non pacificanti, sul dissesto, sullo sconquasso come pertugio per cui può avvenire altro. È così che ha saputo tracciare nuove vie.
Il femminismo è come un serpente che muta pelle, si trasforma, nella ostinazione a creare e portare a maturazione gli squilibri, perché lì c’è emergenza di reale. È per questo che risulta vero quel che Françoise Collin ha scritto del femminismo, cioè che non ci sono politiche che possano esaurirne la scommessa. Il femminismo non viene realizzato da politiche definite, progetti a breve o lungo termine. Ne è eccedente. Allo stesso tempo la scommessa femminista non può fare a meno della politica.
Il seminario invita a pensare a partire da questo ostinato rilancio tra ciò che vediamo della realtà e quel che ne è ruminazione profonda.
Il seminario inizierà venerdì 2 ottobre 2015 dalle ore 17,20 fino alle 19,20 e proseguirà per i successivi venerdì fino al 6 novembre sempre con lo stesso orario con il seguente calendario:
Venerdì 2 ottobre – Lucia Bertell e Chiara Zamboni
Tu che ti nascondi dentro tutti i nomi.
Venerdì 9 ottobre – Federica Giardini
Uno strumento per leggere la tempesta. Immanenza e trascendenza a partire dal femminismo.
Venerdì 16 ottobre – Annarosa Buttarelli
Femminismo radicale.
Venerdì 23 ottobre – Alessandra Allegrini e Luisa Muraro
Vita senza esseri umani, tecnoscienza senza differenza.
Venerdì 30 ottobre – Marialivia Alga e Sara Bigardi
A chi devo la donna che sono diventata. Contraddizioni ed eccedenza.
Venerdì 6 novembre – Antonietta Potente
Ricostruire senza fondi: misticopolitica della creatività femminista.
I seminari si terranno in aula T1, al piano terra del Polo Zanotto, del palazzo di Lettere e Filosofia, via San Francesco 22, Verona. Il seminario vale come crediti F per il corso di laurea di Filosofia.