1 Giugno 2020

Perché senza donne non ci sarà ripresa? La risposta di Immagina che il lavoro

di Luisa Muraro


Riprendo l’articolo di Ferrera e Stefanelli, Perché senza donne non ci sarà ripresa, articolo segnalato da Marina Terragni, apparso sul Corriere della sera 28 maggio 2020 e circolato nella rete inviolabilità subito prima della richiesta di sostegno da parte di Cristina Gramolini. Lei sul mio sostegno può contare, ci tengo a dirlo. Ma l’articolo è troppo importante per lasciarlo indietro. Marina dice: lo propongo “senza entusiasmo” e la capisco dal punto di vista delle proposte finali che Ferrera e Stefanelli suggeriscono. Ma il loro testo è molto importante perché mette a fuoco una contraddizione che rischia di farci tornare indietro. Noi, donne e uomini di oggi, abbiamo ereditato dal patriarcato la divisione del lavoro tra produzione e riproduzione, nella teoria del lavoro come in pratica. La divisione è sessuale e sessista, ma permane, oltre che come impostazione pratica di molte questioni, nel nostro linguaggio e nelle nostre teste, rivestita in caso da altre parole, come “lavoro di cura” ma al fondo resta. Ed è tornata a farsi sentire con prepotenza in occasione della pandemia. L’articolo Perché senza donne la analizza nelle sue giuste misure, che non è soltanto la causa femminista, ma uno snodo di civiltà, come si dice giustamente nel testo, in risposta al titolo: perché senza donne non ci sarà ripresa. Passo a spiegare la ragione principale del mio intervento: più di cinque anni fa è apparso presso la Libreria delle donne, un Sottosopra intitolato Immagina che il lavoro, il quale si propone esplicitamente e, secondo me, validamente, di far fuori la divisione del lavoro tra donne e uomini. Farla fuori alla radice, che è la concezione moderna del lavoro, subentrata al regime servile. Immagina che il lavoro prende la strada giusta, che è la concezione stessa del lavoro. La sua parola d’ordine è primum vivere, e il nome di lavoro va dato a tutto il lavoro necessario per vivere. Quelle e quelli che sono interessati a risolvere la contraddizione per cui con l’emergenza della pandemia si rischia di tornare indietro, li invito a rileggere il testo di Ferrera e Stefanelli, nella sua parte di analisi dei fatti e del problema. E invito il gruppo delle autrici di quel Sottosopra a intervenire selezionando i passi che illustrano la loro, secondo me, decisiva proposta. Saluti e coraggio: dicono che questa grande disgrazia può diventare una grande occasione. Facciamo il nostro possibile perché sia vero.


(www.libreriadelledonne.it, 1 giugno 2020)

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