di Francesca Traìna
Ogni domenica mattina, noi dell’Udi di Palermo teniamo un presidio presso la statua della Libertà contro la guerra, con i nostri cartelli dove abbiamo scritto: FUORI LA GUERRA DALLA STORIA, NÉ FRONTIERE NÉ GUERRA SULLA NOSTRA TERRA e altro. Lo faremo fino a quando non verranno deposte le armi. Studenti di scuole, da noi contattate, eseguono piccoli concerti, canti, e noi stesse leggiamo o organizziamo brevi performance sul tema. Io ho scritto qualcosa, compresa la poesia che ho pensato di inviarvi, letta al presidio. Credo fortemente in questi messaggi simbolici che partono da noi donne che siamo storicamente fuori dalla guerra, atrocità di matrice patriarcale.
Questi giorni caduti sulla terra
come stelle battenti
partiture di fuoco,
straziate su croci di ferro,
queste notti crollate sui ponti
come lune venute dal rombo
di un nuovo big bang,
hanno acceso piccoli lumi
nei rifugi dove dorme la rosa
accanto a fagotti bambini
stretti da braccia materne.
C’è chi canta, chi appena respira,
chi emette lamenti e prega
mentre un violino suona
un motivetto allegro.
Strappate l’inverno dal cielo di Kiev,
lasciateci andare.
L’alba ci aspetta nei campi,
dobbiamo spalare la neve
per una semina nuova.
Strappate l’inverno dal cielo di Kiev,
e tu bambina senza nome
canta ancora let it go,
let it go…
(www.libreriadelledonne.it, 30 aprile 2022)