di Antonella Nappi e Alfonso Navarra
Antonella Nappi, nella sua qualità di femminista “storica”, è intervenuta alla conferenza stampa sulla proposta di corpi civili di pace europei, organizzata dai Disarmisti esigenti.
L’evento si è svolto a Roma, il 10 gennaio 2024, presso il CESV di via Liberiana 17, dalle ore 11.00 alle ore 13.00, in contemporanea con il voto delle mozioni parlamentari, sulle comunicazioni del ministro Crosetto, che hanno dato indirizzo al governo per continuare a portare avanti gli aiuti militari all’Ucraina in guerra.
Lo scopo della conferenza: presentare la proposta al Parlamento europeo, che aprirà la sua prima sessione del 2024 il 15 gennaio, di istituzionalizzare ambasciate di pace e corpi civili di pace a livello europeo, come da idea originaria (1994) di Alex Langer.
Sono intervenuti: Alfonso Navarra – coordinatore dei Disarmisti esigenti; Cosimo Forleo – Associazione Per la scuola della Repubblica; Marianella Sclavi – referente del progetto MEAN.
Contributi scritti: Giuseppe Paschetto – tra i responsabili pace del M5S; Alessandro Capuzzo – Tavola della Pace del Friuli-Venezia Giulia; Maria Carla Biavati – già vicepresidente dei Berretti Bianchi; Tonino Drago – già presidente del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta.
La conferenza precede anche il presidio, che si svolgerà la settimana successiva, dei “digiunatori per coerenza pacifista”, al Pantheon contro il decreto-legge ombrello che consente gli aiuti militari all’Ucraina mediante semplici atti amministrativi comunicati al COPASIR.
Sotto riportata la trascrizione del suo discorso, che è ascoltabile al seguente link dal sito di Radio Radicale:
Per maggiori info e approfondimenti, ecco un link: https://osmdpn.webnode.it/corpi-civili-di-pace/
Qui di seguito la trascrizione dell’intervento di Antonella Nappi.
(Alfonso Navarra)
Sono Antonella Nappi, femminista da sessant’anni. Frequento molte organizzazioni di donne in lotta, in particolare abbiamo fatto molti incontri e scritto testi alla Libreria delle donne di Milano, quindi nel sito vi troverete i resoconti di essi. Le donne sono la dimostrazione più evidente di quanto spazio e quante libertà si sono prese, in una storia lunga e in Italia in questi sessant’anni, facendo battaglie del tutto pacifiche. Argomentando le loro analisi, i loro sentimenti, i loro desideri e sviluppando tra loro una relazionalità che non nega l’altro ma lo riconosce e accetta di rispettarlo e mediare, dove è il caso di farlo perché utile. Lo stesso le donne fanno con gli uomini, coinvolgendoli in questa capacità di lotta pacifica che è sostanzialmente proprio il non negare l’altro, volerlo tacitare, definirlo nemico, ma entrare con l’altro in comunicazione e sviluppare una contrattazione che dia valore alla sostanza che li vede in accordo. Ecco quindi I Corpi Civili di Pace: sono molto desiderati da tutte le associazioni che frequento e ho sentito. Sono invocati perché non si può sopportare di vedere le carneficine cui attualmente stiamo assistendo in Palestina, senza sconvolgerci, e dunque anche poi reagire (indurendoci). Noi stesse perdiamo umanità, nel dover assistere a queste cose orrende. Quando Zelenski, due anni fa, domandò agli Italiani, agli Europei, di entrare in guerra con lui, con loro, per difendere l’Ucraina dalla Russia, noi rimanemmo veramente allibite, come il 95% della popolazione italiana immediatamente quell’anno lì, perché con un’abitudine alla pace, con l’esperienza fatta nella capacità di confliggere in pace, chi ci invitava a combattere era anacronistico. Noi abbiamo subito detto che volevamo votare la pace, volevamo poter scegliere, nelle nostre elezioni imminenti, candidati che si distanziassero da queste assurde richieste. Per di più da un popolo che da molti anni era in conflitto con la Russia e non cercava mediazioni, contrattazioni, aiuti internazionali di pace. Ma in qualche modo, assurdamente, voleva proprio fare la guerra. Noi siamo molto favorevoli a Corpi di Pace perché bisogna rompere questa cultura egoistica e delirante di chi vuole vincere e annientare il nemico. Di chi si attacca a chi è stato il primo, oppure alle Leggi, quelle poche che sono state disattese e mira a scatenare la sua personale violenza, i suoi problemi non chiariti, dentro un conflitto già esistente. Schierandosi con chi gli pare, o con chi si identifica secondo una sua esperienza passata di conflitti che invece sarà bene che veda per sé stesso o per sé stessa, noi questo invitiamo a fare. Le siciliane, le catanesi, proprio in una riunione nazionale femminista organizzata dalla Libreria delle donne dicevano: «Il corpo di pace deve essere prima di tutto il mio, il tuo, il nostro. Fare spazio alle attenzioni per gli altri contendenti, per le altre forze, per gli altri desideri, così da poterli organizzare in una mediazione».
A seguito delle conclusioni che Alfonso Navarra trae, dove – facendo l’esempio della pace europea – propone l’obiettivo di cercare che cosa unisce tutti i popoli («la pace con la natura cambiando il nostro modello di malo sviluppo») perché lavorando per comuni interessi si possa trascendere i conflitti, conclusioni che invito ad ascoltare, mi sono voluta aggiungere con altre due parole che trascrivo:
Dobbiamo imparare dalle donne: ascoltare le donne, copiarle, per creare una società che non sia di soli uomini che non riconoscono gli altri da sé stessi, ma riconoscano le donne. Con loro si aprano ai sentimenti, alla riflessione, alla comunicazione, alla mediazione.
(www.libreriadelledonne.it, 18 gennaio 2024)