di Laura Filios
«Bisogna
dare spazio alle migliaia di persone che stanno inventando, creando, proponendo
e che sono speranza. In quanto sindaca, io mi chiedo, sempre, ogni giorno, non
solo come gestire al meglio le risorse pubbliche, ma anche come dare potere a
questa cittadinanza che ha tante buone idee e voglia di fare. Il mondo in cui
viviamo è complesso, in questo periodo storico ci stiamo confrontando con
l’ascesa dell’estrema destra e il ritorno del fascismo, però non ci possiamo
deprimere, questo è vietato!». È una “lezione” di leggerezza politica quella di
Ada Colau, l’alcaldesa (sindaca) di
Barcellona. Che non significa banalizzare il discorso, come capita sempre più
spesso ai politici di professione, ma approfondirlo, stimolando l’invenzione,
per ridare alle parole e alla struttura democratica un nuovo senso e un
significato al passo con i tempi. Leggerezza intesa nel senso calviniano del
termine, autore che lei stessa cita. «Sono contenta perché abbiamo ridato
prestigio ai municipi. Fino a qualche tempo fa la politica con la “P” maiuscola
era prerogativa dello Stato. A noi sindaci toccava “solo” la normale
amministrazione. Oggi invece vogliono diventare tutti “alcalde de Barcelona” –
sorride – persino un ex primo ministro francese (Manuel Valls, sostenuto da
Ciudadanos, ndr). Questo è ciò che conta, aver fatto capire a tutti quanto sia
importante la politica delle città».
Anche di quelle piccole,
come Riace, che per lei ha sempre rappresentato un modello a cui ispirarsi. A
questo proposito, che significato attribuisce alle motivazioni con cui la Corte
di Cassazione ha smontato l’impianto accusatorio nei confronti del sindaco
della cittadina calabrese?
Da una
parte sono contenta, ma dall’altra continuo a rimanere stupita e indignata. È
assurdo che Mimmo Lucano si sia trovato in una situazione del genere. Non poter
vivere nel proprio paese, dove è stato eletto democraticamente, mi sembra
veramente incredibile. Tutti noi che lo conosciamo, sappiamo che non è un
criminale, anzi al contrario. Questa è una pratica che non deve essere normalizzata.
Sto parlando della “giudizializzazione” della politica, usare i tribunali per
fermare i cambiamenti e le innovazioni democratiche. Cosa che peraltro non sta
succedendo solo al sindaco di Riace, ma anche in altre parti del mondo. La
stiamo vivendo in Catalogna, ma è successo anche a Lula, in Brasile. C’è uno
schema che si ripete in tanti Paesi. E visto che un colpo di Stato oggi sarebbe
inaccettabile, per andare contro i governi democratici si fa leva sui poteri
economici e giudiziari. E questo non può essere né accettato né tantomeno
normalizzato. È necessaria una critica democratica forte.
[…]
(https://left.it/2019/04/12/la-lezione-politica-di-ada-colau/, 12 aprile 2019)