di Serena Fuart
Riflessioni a partire dalla lettura del libro di Elena Ferrante “I giorni dell’abbandono”
Ritrovare se stesse e il proprio desiderio ed essere protagoniste della nostra vita invece che vivere un’esistenza raccontata da altri. Una via che porta al riscatto di sé, spesso in ostaggio da parole di altri e a un guadagno di libertà capace di sconvolgere il reale.
È l’insegnamento che traggo dalla lettura de I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante.
La protagonista Olga, sposata con due figli, viene lasciata dal marito per una ragazza più giovane. L’annuncio di lui durante una cena la lascia letteralmente senza parole. Rimane così sola, con due figli, sconcertata, piena di dolore, rabbia e senso di abbandono.
E tutto nella sua vita va a scatafascio. Tutto.
Lei non riesce a raccapezzarsi e resta ancorata alla speranza che lui ritorni, si accanisce a cercare di sapere dagli amici se lui è felice con l’altra, cerca di scoprire dove abitano e la sua vita è come risucchiata in un vortice in cui tutto si sfalda: muore il cane, i figli stanno male e hanno un brutto rapporto con lei, prova ad avere una storia con il vicino di casa con esiti tragicomici.
E capita poi purtroppo che anche li incontra poi, i due piccioncini, belli, in forma, felici. Un colpo basso.
Perché accade tutto ciò? Si capisce dal romanzo che è come se lei fin allora non avesse vissuto la sua vita da Olga, ma da ‘moglie di’. E quando questo ruolo coniugale crolla, lei non sa più chi è. E cade nel vortice. Che sembra infinito e la risucchia ogni giorno di più, lasciando la lettrice il lettore in un’inquietudine profonda.
E poi? E poi qualcosa fa click. Qualcosa in lei si smuove, la smuove dal profondo. In un istante.
Cosa succede? Olga smette di amarlo. Semplicemente. E incomincia invece ad amare di più se stessa. Indirizza le sue forze a lei, ai suoi figli e alla sua vita. Smette di essere un’altra diversa da sé, una donna come la vogliono gli altri. E si sottrae allo sguardo maschile che prevede lei in competizione con l’altra, persa, sperduta e confusa senza un uomo accanto.
Sciò, schivata! Si sottrae. Tutto qui. Semplicemente. E tutto torna a girare favorevolmente. Sta meglio, migliora il rapporto con i figli, è serena, trova un lavoro… e… c’è anche un lieto fine che non svelo.
E lui? E l’altra? Li rivede dopo un po’ di tempo. Lui è ingrassato, l’altra non è in forma e non sembrano più due piccioncini felici. Olga invece è rinata. È una donna nuova. Tutto si è capovolto.
Tutto cambia quando una donna diventa protagonista della sua vita. E quando si sottrae a logiche che non rispondono alla sua soggettività.
Il guadagno di libertà delle donne sconvolge il reale. È quello che è accaduto e accade nella società tutti i giorni. È sotto nostri occhi.