di Laura Minguzzi
La Servitù volontaria di Sarantis Thanopulos rubrica “Verità nascoste” del Manifesto di sabato 11 maggio 2013, pag. 15.
L’autore, psicanalista, consiglia una lettura che l’ha appassionato di Fabio Ciaramelli e Ugo Maria Olivieri, Il fascino dell’obbedienza che analizza il saggio del ‘500 di Etienne de La Boétie (amico di Michel de Montaigne) La Servitù volontaria appunto. Un classico sulla natura del totalitarismo o pensiero unico. Concordo con la conclusione dell’estensore dell’articolo, per averne fatto esperienza diretta, che dice: “Solo facendoci carico, attraversandolo, del dolore che può portarci o alla depressione o alla perversione del dominio sugli altri, possiamo giungere al luogo del nostro desiderio” e rispondere all’autorità del desiderio, aggiungo io. Continua Thanopoulos: “Perché sia la negazione del desiderio (risposta all’estrema precarietà della relazione con l’altro-a) sia la perversione del dominio sull’altro-a, portano alla cancellazione delle differenze, all’omologazione dei modelli di comportamento, alla passività del vivere.. I soggetti asserviti al fantasma del potere (da dominati o da dominatori) non hanno consapevolezza, esattamente come i depressi”.
Penso anch’io che abdicare al proprio desiderio porta alla depressione e rende i soggetti e di conseguenza il corpo sociale più propensi alla sottomissione. Questo vale anche per la società femminile. Andare all’origine dell’errore, della perdita e assumerne la responsabilità può essere una via d’uscita, un ritrovarsi e ritrovare energia, un rinascere alla vita attiva, alla politica, per tutti. Mi spingo a vedere un nesso anche con la stagnazione economica in cui si trova oggi l’Italia. Passare per questa porta stretta può aprire una strada per sbloccare energie vitali e rigenerare la vita associata, le relazioni fra i sessi. A Michel de Montaigne, a proposito del controverso tema dell’autorità vs potere, fa riferimento anche Luisa Muraro nella sua recente pubblicazione Autorità di Rosenberg&Sellier.
29 Maggio 2013