Palazzo Reale, Piazza Duomo, 14 – MilanoMILANO – Arriva a Palazzo Reale di Milano la mostra Charlotte Salomon Vita? o Teatro?, a cura di Bruno Pedretti, dedicata alla giovane ebrea berlinese Charlotte Salomon. Prima di morire ad Auschwitz, Charlotte affida il racconto di tutta la sua vita a centinaia di tempere, raccolte sotto il titolo Vita? o Teatro?
Dagli anni Sessanta le tempere di Charlotte Salomon sono state esposte in forma antologica in alcuni importanti musei ma sino ad oggi mai in Italia: al Centre Pompidou e al Museo Ebraico di Parigi, alla Whitechapel Art Gallery e alla Royal Academy di Londra, al Museo Ebraico di Berlino e in varie altre città tedesche, a Bruxelles, Tel Aviv, Chicago, New York, San Francisco, Tokyo…
Nelle Sale al piano terra di Palazzo Reale, l’esposizione presenta circa 270 tempere, insieme a decine di fotografie storiche che illustrano la vita di Charlotte e gli avvenimenti del suo contesto, in parallelo alle scene rappresentate nel suo poema autobiografico e ad un filmato che introduce il visitatore nel mondo dei suoi affetti.
La figura di Charlotte Salomon è anche protagonista del romanzo scritto del curatore della mostra milanese, Bruno Pedretti: Charlotte. La morte e la fanciulla (prima ed. Giuntina, Firenze 1998; ed. francese Robert Laffont, Parigi 2006; nuova ed. Skira, Milano 2015).
La mostra è promossa e prodotta dal Comune di Milano | Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre, in collaborazione con il Jewish Historical Museum di Amsterdam.
L’inferno della Shoah restituisce un sorprendente poema allo stesso tempo pittorico, teatrale, narrativo e musicale. Charlotte Salomon è una giovane ebrea berlinese che va incontro ad un tragico destino. Prima di morire ad Auschwitz, Charlotte affida il racconto di tutta la sua vita a centinaia di tempere, raccolte sotto il titolo Vita? o Teatro?
Miracolosamente sopravvissuto alle persecuzioni e alla guerra, questo lascito artistico si rivelerà un autentico canto del destino, che vede proiettata la biografia di Charlotte sullo scenario più tragico del Novecento.
Dagli anni Sessanta le tempere di Charlotte Salomon sono state esposte in forma antologica in alcuni importanti musei ma sino ad oggi mai in Italia: al Centre Pompidou e al Museo Ebraico di Parigi, alla Whitechapel Art Gallery e alla Royal Academy di Londra, al Museo Ebraico di Berlino e in varie altre città tedesche, a Bruxelles, Tel Aviv, Chicago, New York, San Francisco, Tokyo.
La mostra, a cura di Bruno Pedretti, è promossa e prodotta dal Comune di Milano | Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre, in collaborazione con il Jewish Historical Museum di Amsterdam. Nelle sale al piano terra di Palazzo Reale, l’esposizione presenta circa 270 tempere, insieme a decine di fotografie storiche che illustrano la vita di Charlotte e gli avvenimenti da lei vissuti, in parallelo alle scene rappresentate nel suo poema autobiografico e ad un filmato che introduce il visitatore nel mondo dei suoi affetti.
Sull’opera di Charlotte esistono ormai numerosi libri, filmati e naturalmente cataloghi che ne hanno accompagnato le esposizioni, tra cui anche alcune edizioni integrali delle tempere, a cui si sono recentemente aggiunti altri tributi a questa figura eccezionale, di genere sia letterario, sia operistico, sia filmico.
La figura di Charlotte Salomon è anche la protagonista del romanzo del curatore della mostra milanese, Bruno Pedretti: Charlotte. La morte e la fanciulla (prima ed. Giuntina, Firenze 1998; ed. francese Robert Laffont, Parigi 2006; nuova ed. Skira, Milano 2015).
Informazioni su Charlotte Salomon e la sua opera sono reperibili nel sito del Jewish Historical Museum – Museo Storico Ebraico di Amsterdam.
270 tempere, insieme a decine di fotografie storiche che illustrano la vita della giovane ebrea berlinese che prima di morire ad Auschwitz affidò il racconto della sua vita alla pittura, raccogliendo le sue opere sotto il titolo Vita? o Teatro?
La vita e l’opera di Charlotte Salomo
Figlia di Albert e Franziska Salomon, Charlotte nasce a Berlino il 16 aprile 1917.
Medico universitario il padre, musicista amatoriale la madre e celebrata cantante d’opera la matrigna Paula Lindberg, la formazione di Charlotte imbocca dopo il liceo la strada artistica. Frequenta, infatti, dal 1935 al 1938, unica allieva ebrea ammessa, l’Accademia di Belle Arti di Berlino. Nel 1939 lascia la Germania per rifugiarsi dai nonni materni a Villefranche-sur-Mer, vicino Nizza. Qui, nel 1940, a seguito del suicidio della nonna, scopre che anche la madre e la giovane zia di cui aveva preso il nome erano morte suicide.
La terribile rivelazione, insieme alla drammaticità degli eventi che gravavano sulla sua sorte di perseguitata e profuga, la spinge a concepire e realizzare la sua grande opera autobiografica, Leben? oder Theater? (Vita o Teatro?). Si tratta di un lungo racconto pittorico integrato da dialoghi teatrali, intersezioni letterarie e indicazioni musicali che si compone di ben 1325 documenti tra tempere, veline, annotazioni, varianti pittoriche e altre prove, con una scelta di quasi 800 tempere selezionate dall’autrice quali immagini del racconto definitivo. Ultimato da pochi mesi l’immenso lavoro, a fine settembre 1943 Charlotte viene arrestata dalla Gestapo insieme al marito Alexander Nagler e condotta ad Auschwitz. Il 10 ottobre, incinta di alcuni mesi, Charlotte giunge nel campo di sterminio, dove con ogni probabilità viene uccisa il giorno stesso.
La sua opera è sopravvissuta. Consegnata prima dell’arresto al medico di Villefranche-sur-Mer, pervenne in America alla dedicataria Ottilie Moore, che dopo la guerra la donò al padre di Charlotte, fortunosamente sopravvissuto alla guerra e allo sterminio degli ebrei con la fuga in Olanda. Vita? o Teatro? venne affidata dapprima al Rijksmuseum di Amsterdam, sino a quando nel 1971 l’opera passò al nuovo Jewish Historical Museum della stessa città, dove è tuttora conservata a cura della Fondazione Charlotte Salomon.
Segnaliamo anche il testo di Katia Ricci “Charlotte Salomon. I colori della vita” (Palomar, 2006), che dell’opera di Charlotte Salomon ha dato un’ avvincente lettura nel segno della differenza?