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Donne e Arte, intervista a Elena Bordignon, Art blogger e fondatrice di ATPdiary
Fin dal passato, le donne hanno ricoperto un ruolo molto importante nel mondo dell’arte: numerose sono state ritratte dagli artisti, alcune erano artiste loro stesse, altre sono state collezioniste e mecenati. La nostra indagine sul mondo dell’arte al femminile muove le fila da queste considerazioni e vedrà coinvolte, per sei settimane consecutive, le donne italiane che ricoprono un ruolo di spicco nel panorama dell’arte contemporanea. Per avere una visione generale, abbiamo pensato di porre le stesse domande a tutte e sei le protagoniste, cogliendo così i diversi punti di vista. Solo l’ultima domanda è personalizzata per ognuna
MILANO – Fin dal Rinascimento, uno dei periodi più fiorenti per quanto riguarda l’arte e la cultura, le donne hanno assunto un ruolo di primissimo piano nel contesto artistico, grazie alla loro raffinatezza, al gusto, al potere economico. Isabella d’Este, moglie di Francesco II Gonzaga fu ad esempio l’unica nobildonna italiana ad avere uno studiolo, a riprova della sua fama di dama colta, che preferiva gli interessi intellettuali e artistici a uno stile di vita frivolo. Nello studiolo Isabella vi radunò i pezzi più pregiati delle sue collezioni, con opere del Mantegna, di Perugino, del Correggio. Nel seicento una delle figure chiave è Artemisia Gentileschi, pittrice della scuola caravaggesca, divenuta simbolo del femminismo internazionale a causa, suo malgrado, dello stupro subito. Anche un’altra artista ha avuto una vita non poco travagliata ma nonostante ciò, è riuscita a guadagnarsi un posto privilegiato nel mondo dell’arte: Frida Kahlo. Questo per dire che le donne hanno sempre saputo ritagliarsi il proprio spazio, diventando celebri tanto quanto i colleghi maschi. Cosa dire di Ileana Sonnabend, gallerista e mercante d’arte, tra le più celebri protagoniste dell’arte del XX secolo o di Peggy Guggenheim, collezionista d’arte statunitense, che ha dato il via ad un vero e proprio impero?
Settimana scorsa abbiamo intervistato Ilaria Bonacossa, curatrice e Direttrice del Museo d’arte contemporanea Villa Croce a Genova. Tutte le interviste sono a cura di Daniele Perra.
La donna protagonista di questa settimana è Elena Bordignon, Art Blogger, fondatrice di ATPdiary. Photo Credit: Linda Fregni Nagler.
Chi sei? Descriviti.
Sono una giornalista che si occupa da oltre un decennio di arte contemporanea. Attualmente dirigo un blog/magazine d’arte contemporanea. Iniziato come un diario online ATPdiary è diventato la mia “ragione professionale”. Chi sono? Un’editrice sui generis.
Qual è il ruolo delle donne nel mondo dell’arte italiano? Differenze con l’estero?
Carismatico, intenso e determinante. Così descriverei il ruolo delle donne – penso alle artiste, alle curatrici, alle direttrici di museo e alle tante galleriste italiane – che affrontano un sistema (dell’arte nello specifico) fatto di e per soli uomini. Non voglio difendere una categoria, non credo nelle differenze di genere: nulla toglie che nell’essere umano apprezzo per lo più l’aspetto femminile. Non credo ci sia una sostanziale differenza tra il sistema italiano e quello straniero. Sia per quanto riguarda il giornalismo, la curatela, la professione di galleriste; direi che la credibilità italiana sia eguale che all’estero. Ovviamente per quanto riguarda le artiste, non possiamo contare su presenze importanti come Cindy Sherman, Louise Bourgeois e Shirin Neshat, solo per citarne alcune, ma abbiamo validissime artiste riconosciute e stimate all’estero: penso a Paola Pivi, a Vanessa Beecroft e alla grande Marisa Merz. Nel ruolo di direttrici di galleria, abbiamo molte donne capaci e “di carattere”: Paola Capata, Federica Schiavo, Francesca Minini… la lista potrebbe continuare, sia per l’alto livello del lavoro, sia per il notevole sostegno che queste donne attuano nel sistema dell’arte italiana. Ce ne fossero di più…
Essere una donna, aiuta? Pro e contro.
Credo che la sensibilità e l’intelligenza femminile siano enormemente differenti rispetto a quelle maschili. Banalmente ritengo – e ne sono abbastanza certa – che le donne abbiano caratteristiche fisiologiche ed emotive molto più adatte alla società contemporanea: adattabili, generose e “materne”. Non so se aiuta o no, so solo che sono molto consapevole dei sottili atti discriminatori che le donne subiscono quotidianamente, non solo nella società (ancora di forte valenza maschilista), ma anche e soprattutto nell’ambiente familiare e domestico. Figuriamoci nelle aziende… Il grande “contro” dell’essere donne è avere la consapevolezza di essere “superiori” agli uomini per una ragione: siamo meno portate a discriminare. Un uomo sciocco è uguale a una donna sciocca. Una donna intelligente è uguale a un uomo intelligente (solo che una donna intelligente dà molto più “fastidio”).
Un libro, un artista, un fotografo che hanno cambiato la tua vita.
Per il libro, sicuramente “Post Mortem” di Albert Caraco. Per quanto riguarda l’artista, direi Rembrandt. Ho visto un suo quadro dal vivo a Vienna decenni fa ed è stato sconvolgente. Per quanto riguarda un fotografo, direi un mio caro zio – mancato quando era poco più che adolescente. Lui è stato la prima persona che mi ha fatto scoprire la “magia” della fotografia analogica.
Che cosa suggerisci a chi vuole intraprendere la tua carriera?
Studiare, viaggiare, “curiosare”. Mai come ora apprezzo le persone preparate culturalmente. Bisognerebbe capire fin da giovani l’importanza dello studio, anche accademico. Poi, una volta adulti e impegnati professionalmente, non si riuscirà più a concentrarsi nell’apprendimento. Soprattutto nel campo dell’arte contemporanea, essere preparati, conoscere, viaggiare per vedere mostre, musei, progetti, fiere ecc. è di estrema importanza.
Progetti futuri?
Non ne sono molto sicura, ma lavorare in un vivaio è uno dei progetti futuri che più mi rendono serena. Ovviamente temo che resterà un “sogno nel cassetto”… ma non si sa mai la vita cosa può riservare. Nell’immediato futuro professionale – per rispondere in maniera più realistica – ho in servo di migliorare e ampliare ATPdiary come testata giornalistica. Spero di avere l’energia e risorse concrete per poterlo fare.
Hai fondato il primo blog d’arte. Quali sono state le difficoltà? Come sei stata accolta nel mondo dell’arte?
Non ci sono state vere e proprie difficoltà. Direi che è stato faticoso imporre ATPdiary come un “serio” e veritiero portavoce dell’arte contemporanea. All’inizio non era considerato professionale e/o attendibile. Ma con il tempo, un lavoro costante e la massima serietà professionale, da “blog” ATPdiary è diventata una testata giornalistica d’arte che, senza timore, può stare accanto alle tante altre nel panorama italiano. Ne è la dimostrazione il fatto che parteciperà alla fiera d’arte di Torino, Artissima, come rivista online (unica nel suo genere).
Ovviamente è stata molto dura e ho lavorato (e sto attualmente lavorando) sodo per aumentare la visibilità e la professionalità di quello che, all’inizio, era considerato uno “scherzo” editoriale. Amici anche molto stretti, non hanno mai creduto nelle potenzialità delle riviste online. Forse perché troppo passatisti o non sufficientemente aperti a un nuovo modo di fare e diffondere informazione. All’oggi, ci sono Università, Istituti Superiori e Accademie che mi hanno invitato a raccontare la storia di ATPdiary. Ne sono molto orgogliosa e fiera. In generale il mondo dell’arte mi ha accolto con un po’ di ostilità ma, alcune realtà (pochissime) hanno creduto in me fin dall’inizio, sostenendomi anche economicamente. Devo a loro se ATPdiary è diventato un portale d’arte contemporanea con migliaia di visitatori al giorno.
In ogni caso, il “bello” deve ancora venire!
6 novembre 2014
Daniele Perra