dal 1/10/2014 al 01/02/2015
HANGAR BICOCCA Via Chiese 2 Milano
Pirelli HangarBicocca presenta Light Time Tales, la più ampia mostra mai dedicata a Joan Jonas. Il progetto espositivo, a cura di Andrea Lissoni, riunisce venti opere, tra installazioni e video, di una delle più riconosciute artiste contemporanee che ha inventato nuove forme di narrazione, attraversando i confini fra le discipline.
Il 21 ottobre, durante il periodo di mostra, verrà inoltre presentata la performance Reanimation, realizzata in collaborazione con il musicista e compositore jazz Jason Moran: un’occasione per confrontarsi con l’esperienza della tensione performativa di Joan Jonas.
Il progetto espositivo, nella sua globalità, intende offrire testimonianza al grande pubblico del percorso e della costante evoluzione artistica di Joan Jonas. Grande sperimentatrice, ma sempre aperta alle collaborazioni multidisciplinari, l’artista porta avanti un linguaggio individuale che si snoda fra video, installazioni e performance intrecciati in un continuo rinnovamento di nuclei figurativi e di soluzioni formali divenuti un modello per molti artisti delle nuove generazioni.
Nel 2015 Joan Jonas rappresenterà gli Stati Uniti d’America alla Biennale di Venezia, 56ª Esposizione Internazionale d’Arte, con un progetto presentato dal MIT List Visual Arts Center.I temiTra le prime artiste a utilizzare il video accanto alla performance, Joan Jonas fin dagli anni 60 esplora il tema dell’identità e le relazioni tra il corpo e la sua rappresentazione, sempre sfuggendo a un’immagine stereotipata di se stessa. Partendo da una formazione legata alla storia dell’arte e alla scultura, il linguaggio di Jonas attraversa la danza, il cinema sperimentale, la musica contemporanea, il teatro giapponese Nō e Kabuki e il disegno. Nelle sue opere coesistono miti e ricordi personali, magia e quotidianità, poesia e psicoanalisi, con uno sguardo attento verso altre culture, come quella della comunità Hopi del Sud-Ovest degli USA o quella antica della civiltà minoica.
Fortemente influenzata dalle varie forme della letteratura, utilizza specchi, maschere, costumi, veli e travestimenti per indagare i codici della rappresentazione. Avvia un intenso lavoro sui testi e sulla traduzione di narrazioni in movimento, soffermandosi sullo studio del sonoro messo in relazione al tempo e allo spazio. Nel suo agire interdisciplinare, porta avanti un’indagine sul video come mezzo artistico che tende a svelare l’illusione del racconto e a rivelarne i meccanismi. Forte rilievo nel pensiero dell’artista ha la natura, considerata come un contesto in continua evoluzione da preservare poiché fonte di sostentamento spirituale. I paesaggi, sia urbani sia naturali, e gli animali sono spesso i protagonisti delle sue opere capaci di offrire al pubblico un’esperienza di coinvolgimento emotivo, rappresentando l’espressione di stati d’animo fondamentali. Allo stesso tempo, la dialettica fra il tempo passato e il tempo presente, indica un tratto autobiografico e un motivo di riflessione su temi universali e sullo stato del mondo attuale.
La resistenza alla classificazione dell’opera d’arte come oggetto di mercato, l’affermazione dello sguardo femminile, la necessità della collaborazione e il senso della trasmissione del sapere, entro cui si iscrive il lungo percorso d’insegnamento di Joan Jonas, rappresentano un convinto statement politico.
La mostra
La mostra in HangarBicocca si apre con una serie di opere video che restituiscono immediatamente al visitatore la ricerca pionieristica di Joan Jonas rispetto al mezzo video e cinematografico e alle sue molteplici modalità di diffusione e di visione: dalla macroscala delle proiezioni a quella più ridotta dei monitor sino ai My New Theater, dispositivi che possono essere ricondotti sia a sculture, sia a piccoli teatrini portatili.
Il titolo della mostra fa riferimento tanto alle caratteristiche del lavoro dell’artista “time based”, basato sul tempo e sulla luce, sul video e sul racconto, quanto alla specificità di HangarBicocca: uno spazio esteso, in cui il buio accoglie le opere come luminose capsule temporali che incorporano racconti e possibilità di storie.
Il percorso di Light Time Tales si sviluppa intorno a tre opere centrali, installate seguendo un criterio circolare – di temi e di soggetti che si rincorrono e aggiornano -, ma non cronologico, che intende enfatizzare la natura ciclica di una ricerca artistica aperta, sempre in divenire e mai monolitica. La prima è la proiezione video Waltz (2003) in cui viene interrogato, non senza divertimento, il ruolo dell’artista e del suo corpo invecchiato, attraverso immagini che la ritraggono mentre indossa balzani costumi e compie azioni tanto semplici quanto misteriose sulla spiaggia e in un bosco, insieme a alcuni perfomer. Mirage (1976/1994/2005) è una delle opere più emblematiche della produzione di Joan Jonas. La complessa installazione esplora gli aspetti formali della ricerca iniziale e li ricombina con nuove soluzioni. Essa ripropone gli elementi della performance realizzata nel 1976 in cui l’artista con il volto coperto da una maschera messicana svolge alcune azioni come correre sul palco, eseguire disegni gestuali, soffiare dentro un cono e interagire con elementi scultorei. L’opera, poi tradotta in installazione, è composta da alcuni oggetti di scena, tre monitor e tre proiezioni. Reanimation (2010/2012/2013), installata nell’ultima area dello spazio espositivo chiamata “Cubo”, è l’installazione più recente e rappresenta un esempio significativo dell’evoluzione sperimentale dell’artista. Joan Jonas, riguardo a quest’opera, afferma: “questo lavoro racconta gli spazi inesplorati come metafora e l’attualità dell’archeologia dell’oceano”. Quattro griglie di legno e carta giapponese formano gli schermi utilizzati per la proiezione di video che mostrano paesaggi nordici, montagne al tramonto e disegni di inchiostro nero tracciati sulla neve. Una struttura metallica contiene numerosi cristalli appesi e due My New Theaters completano l’opera proiettando alcuni estratti dei video Disturbances (1974) e Melancholia (2005).
L’artista
Joan Jonas (New York, 1936) è una delle più rispettate e riconosciute artiste viventi. Considerata la massima autorità in campo di storia e teoria della performance, si è affermata negli anni 60 e 70 grazie alla sua pionieristica pratica performativa e video. Il suo lavoro ha reinterpretato in modo assolutamente originale la relazione tra l’arte e le forme della narrazione, includendo nelle sue opere, accanto all’immagine video, agli oggetti di scena (i cosiddetti prop) e alla performance, la presenza della parola come motore di immaginario. E’ attualmente Professore Emerito presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) Program in Art, Culture and Technology di Boston ed è autrice di testi di riferimento sul tema della performance art. Ha partecipato alle più importanti mostre collettive degli ultimi trent’anni, fra cui la Biennale di Venezia nel 2009 e a ben sei edizioni della prestigiosa rassegna documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1987, 2002, 2012).
Il programma espositivo di Pirelli HangarBicocca
L’esposizione Light Time Tales si colloca all’interno del programma di mostre firmato da Vicente Todolí insieme ad Andrea Lissoni. Il progetto espositivo è presentato in concomitanza con la mostra personale Papagaio di João Maria Gusmão & Pedro Paiva allestita nello spazio espositivo dello “Shed” (fino al 26 ottobre 2014). Il calendario di Pirelli HangarBicocca proseguirà con le mostre di Céline Condorelli (dicembre 2014), Juan Muñoz (aprile 2015), Damián Ortega (giugno 2015) e Philippe Parreno (ottobre 2015).
Pirelli HangarBicocca
HangarBicocca, lo spazio per l’arte contemporanea di Pirelli, è il naturale proseguimento di una lunga tradizione di attenzione verso la cultura, la ricerca e l’innovazione che accompagna l’azienda fin dalla sua fondazione avvenuta oltre 140 anni fa. Grazie all’impegno di Pirelli, HangarBicocca rende accessibile al pubblico una programmazione di alto livello e una serie di attività per ragazzi e famiglie, ed è diventato ormai un punto di riferimento per Milano e per il pubblico internazionale.