Lunedì 18 gennaio 2016
“La civiltà femminile nutre il mondo” è il titolo dell’incontro che si terrà lunedì 18 gennaio alle ore 16,30 presso il Teatro Machiavelli, sito a Palazzo San Giuliano (piazza Università). Due artiste, Gheula Canarutto Nemni, www.gheulacanaruttonemni.com – autrice del romanzo “(Non) si può avere tutto”, ed. Mondadori (2015) e Cettina Tiralosi, www.cettinatiralosiblognotes.wordpress.com, digital painter di “Lacrime sciolgono muri e aprono orizzonti alla coscienza” (installazione di opere digitali) – si racconteranno attraverso le proprie opere in dialogo. La conversazione tra le due donne sarà accompagnata, in un’atmosfera coinvolgente, da musiche della tradizione ebraica accuratamente eseguite dall’arpista Ginevra Gilli. La serata si concluderà con una passeggiata attraverso le vie della Catania ebraica. La manifestazione è parte di una serie di proposte culturali iniziate nel marzo 2015 presso il Bastione degli Infetti (sito gestito dal Comitato Popolare Antico Corso) ed è realizzata con la collaborazione dell’Università degli studi di Catania, della Fondazione Lamberto Puggelli, del Teatro Machiavelli, dell’Associazione Ingresso Libero, del Comitato Popolare Antico Corso e delle librerie La Fenice e Vicolo Stretto.
La civiltà femminile nutre il mondo
Un dono prezioso ci viene consegnato quando veniamo alla luce: si chiama vita.
Tocca a noi saperla custodire in un insieme di pensieri e azioni quotidiane che si chiamano civiltà.
La trasmissione di questo sapere si fa almeno in due. L’una diventa testimonianza dell’altra.
Una vita vissuta in presenza e al presente, fatta di pesi e misure, di esercizio e facoltà, di scelte e possibilità che permettono di afferrare un filo conduttore di senso e di coscienza, che permettono di catturare una luce attraverso il buio per le strade del nostro cammino, di questo nostro vivere.
Una testimonianza di misura femminile della libertà è quella di una scrittrice come Gheula Canarutto Nemni e quella di una pittrice come me.
La mia attenzione per il libro di Gheula mi riconduce a constatare che tra i libri più significativi perme, tanti hanno nel titolo una negazione.
Non credere di avere diritti, Nonostante Platone, Non è da tutti, fino appunto a quest’ultimo (Non) si può avere tutto. Questa volta però il No è tra due parentesi. Un passo indietro per fare un balzo in avanti…anzi ci si prepara ad un salto in lungo…verso la libertà femminile.
Il mio NON A TUTTI I COSTI in continuo esercizio nel quotidiano è testimonianza di questa dura prova, ovvero non voglio muovermi a costo dell’umanità o a costo di perdere la mia umanità e l’amore per me stessa. Ne farei un torto prima di tutto a mia madre che mi ha messa al mondo e che con mio padre mi hanno cosi tanto desiderata e aspettata e soprattutto oggi a me stessa consapevole di questa preziosità.
Non a tutti i costi desidero di ottenere di realizzare un mio desiderio che esso stesso può diventare solamente una fantasia che ti tormenta l’anima e ti fa vivere infelice. Io ci rinuncio io mi sottraggo perché non mi fa intelligente ma rozza e disumana, cinica e superficiale.
Ottenere capra e cavoli? …ecco il problema. Non ci sono scorciatoie ed i passaggi sono così rigorosamente definiti e obbligati che se non fai nel tempo previsto, rischi come minimo se sei fortunata di ritornare alla casella di partenza come in un GIOCO DELL’OCA oppure rischi di restare con un pugno di mosche o altrimenti il peggio che è di perdere tutto per sempre e senza rimedio, riservandoti solo di essere rimasta almeno ancora in vita.
Sbagliando si impara che tutto è rimediabile finché la vita della mente ti permette di vedere altre soluzioni.
Tutto questo perché? Per narcisismo o per passione? Faccio tutto questo per passione verso la libertà femminile, mi muove la mia passione di cercarla trovarla e comunicarla. Considero il contesto dell’arte il più variegato e il più adeguato ad esprimere tutto ciò.
Suzana Glavaš nel suo intervento al convegno “DONNA SAPIENS-LA FIGURA FEMMINILE NELL’EBRAISMO” tenutosi presso il Castello Ursino a CATANIA, il 14 SETTEMBRE 2014 raccontò che nel Talmud è scritto, parafrasando: “Sii molto prudente a non far piangere una donna, poiché HaShem conta le sue lacrime. La donna è stata creata da una costola dell’uomo, non dai suoi piedi per essere calpestata. Non dalla sua testa per essere governata, ma dal suo fianco per
essergli alla pari. Sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.”
Nelle lacrime apprezzai così la facoltà di resoconto del vissuto delle donne e degli uomini tanto da sceglierle come protagoniste nel titolo della mia installazione di opere digitali che, a partire da marzo 2015 presso il Bastione degli Infetti di Catania, sito gestito dal Comitato Popolare Antico Corso, ha continuato a trovare spazio in una catena di iniziative fino ad arrivare a quella di lunedì 18 gennaio 2016 presso il Teatro Machiavelli (Palazzo San Giuliano) Piazza Università, a Catania,
ringraziando per la disponibilità e la collaborazione l’Università degli studi di Catania, la
Fondazione Lamberto Puggelli, il Teatro Machiavelli e l’Associazione Ingresso Libero, Il Comitato Popolare Antico Corso, La Libreria Fenice e La Libreria Vicolo Stretto.
“La civiltà femminile nutre il mondo” è l’incontro di due artiste che si raccontano attraverso le proprie opere in dialogo: Gheula Canarutto Nemni , scrittrice di (Non) si può avere tutto – Ed. Mondadori (2015) e Cettina Tiralosi, digital painter di Lacrime sciolgono muri e aprono orizzonti alla coscienza e in un’atmosfera coinvolgente di musiche di tradizione ebraica accuratamente eseguite da Ginevra Gilli, arpista, ed infine attraverso le vie della Catania ebraica una passeggiata concluderà la serata.
“…Siamo nulla, siamo buio assoluto. Poi veniamo alla luce e inizia la nostra esistenza. Mi sono iscritta all’università a diciannove anni e in grembo portavo un’anima appena staccata dal Trono Celeste. Davo inizio a una corsa illudendomi di sapere dove e quale fosse il traguardo. Ho lottato a lungo per fare valere i miei diritti come essere umano. Ho combattuto con tutta me stessa per non venire schiacciata. Da quella porta dell’università, la stessa che avevo oltrepassato straripante di sogni e speranze, sono però uscita delusa. Spremuta……Pochi mesi dopo avere lasciato l’università
ho riacceso il computer, dichiarando davanti ad uno schermata immacolata che il periodo della mia spremitura era da considerarsi finito….Mi sono seduta al computer e ho aperto un file intitolandolo
Vita capitolo secondo e ho iniziato a premere sui tasti senza sapere dove volevo arrivare. Sentivo dentro di me un fiume in piena alla ricerca di un mare in cui sfociare…..Il rumore dei tasti premuti è per me come il suono della chiave che, girando nella toppa, apre una porta. Un varco che si affaccia sulle innumerevoli possibilità di unire fra loro lettere e parole. Ogni pagina scritta è una creatio ex
nihilo. Un lampo di pensiero, un’irradiazione lingiuistica che poi dirige le dita. Pensiero, parola e azione. E poi infinito….Ascoltavo in silenzio. Capendo il significato di capovolgimento. La discriminazione, le ingiustizie subite, sarebbero diventate il terreno dove avrei coltivato i miei sogni. Luce in ebraico si dice or. Il valore numerico delle sue lettere, la ghematria, è la stessa di Ein Sof, infinito. Da lì noi veniamo. Poi siamo un raggio. E diventiamo qualcuno.in quel momento il buio si accorge della nostra esistenza. E ci sfida con la sua presenza….La prima luce l’ho creata
Io, dice D-o. Ma d’ora in poi sarà compito vostro. Prendere il buio più profondo e trasformarlo in luce accecante. Tocca a noi, creature cacciate dall’Eden, ridare il respiro all’Infinito.” Gheula Canarutto Nemni , (Non ) si può avere tutto – Ed. Mondadori (2015)
Mi è stato insegnato a non avere mai paura del buio….è così sia.
Cettina Tiralosi