Arianna Di Genova
L’ultima performance dell’artista guatemalteca.
Ha passato dieci giorni chiusa in una stanza, nello spazio culturale Plateau, nel 19/mo arrondissement di Parigi: “Era la mia personale interpretazione del coprifuoco”, ha spiegato Regina Josè Galindo: L’artista guatemalteca di 32 anni è conosciuta per le sue performance particolarmente estreme, con le quali vuole denunciare le condizioni delle donne nel suo paese. Vincitrice del Leone d’oro alla 51/a Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia (dove aveva esposto una passeggiata insanguinata in video, una ricostruzione dell’imene ma anche una serie di frustate su se stessa) Galindo ha affermato in un’intervista concessa al quotidiano Liberation di essersi già avvicinata altre volte al tema della segregazione “ma mai in modo così estremo”. A spingere l’artista a chiudersi in una stanza senza comunicazioni con l’esterno per dieci giorni è stata la ricerca della risposta alla domanda “cosa succede in un essere umano che si vede privato della sua libertà?”. “I primi giorni – ha racconta- mi sono dovuta abituare allo spazio, alla noia, a non sapere che ora fosse, all’assenza di sonno e al dover pensare ai meccanismi per cercare di stancare il più possibile il mio corpo: Mi dicevo che, per essere liberi, abbiamo bisogno degli altri”. Galindo ha inscenato anche un suicidio artistico: in questa stanza mi sono impiccata, poi sono svenuta: La mancanza di ossigeno poi mi ha svegliata” L’idea della performance le è venuta in Italia. “Ero là quando sono scoppiate le sommosse nelle banlieues francesi, e ho potuto constatare come il governo abbia reagito utilizzando l’arma della paura”, Regina Josè Galindo ha sempre dato l’interpretazione dell’arte come un qualcosa di martirizzante, un pugno nello stomaco del visitatore: alla Biennale di Venezia aveva registrato i 256 colpi di frusta che si era inflitta durante cinque giorni, in memoria delle donne assassinate in Guatemala tra gennaio e giungo 2005. In un’altra sua performance si era fatta impacchettare in un sacco di immondizia e fatta gettare dentro la discarica pubblica