dal 24 Marzo al 26 Aprile, 2017
Monica Bonvicini – Our House
Galleria Raffella Cortese
via a. stradella 7 – 1 – 4
inaugurazione alla presenza dell’artista giovedì 23 marzo, h. 19.00 – 21.00 24 marzo | 26 aprile 2017 martedì – sabato h. 10.00-13.00 | 15.00-19.30 e su appuntamento
Galleria Raffaella Cortese è lieta di presentare la prima mostra di Monica Bonvicini nelle tre sedi espositive. Saranno presenti opere concepite e prodotte appositamente per l’esposizione.
Monica Bonvicini è conosciuta soprattutto per le grandi installazioni scultoree, tuttavia la sua è un’attività complessa e completa che include media diversi, dal disegno alle installazioni video passando per la fotografia. Ha studiato arte a Berlino ed alla Cal Arts negli Stati Uniti e dal 2003 è Professore di Arti Performative e Scultura all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Vive e lavora a Berlino. La sua ricerca si è sempre sviluppata attorno all’idea di architettura e della sua storia come un linguaggio in grado di unificare problematiche politiche, economiche e sociali. Dagli anni Novanta ha affrontato l’architettura da un punto di vista legato alla teoria di genere, con l’acume tipico dei suoi lavori.
Nella serie di grandi disegni in bianco e nero presentati per la mostra Our House, l’artista si è concentrata sulle catastrofi naturali causate dalle azioni umane facendo riferimento ad alcune teorie sul Capitalocene di Donna Haraway, esponente del pensiero femminista che studia il rapporto tra scienza e identità di genere. Le immagini sono prese da testate online nelle quali si dichiara apertamente che i disastri, dagli incendi agli uragani, sono il risultato del riscaldamento globale e di altri comportamenti ecologicamente scorretti perpetrati dall’uomo. Insieme ai disegni, nello spazio principale della galleria, sono presentate le sculture Diener e il video Slamshut. Prodotti nel 2017, i Diener sono readymade rivestiti che diventano oggetti reminiscenti di servi muti. Queste sculture di dimensioni domestiche, curiosamente appoggiate al muro, sono in origine puntelli per pareti di cemento. Per la mostra in galleria, i Diener sono stati appositamente prodotti a Milano e dintorni, abbracciando così la tradizione di artigianato radicata in una delle città del design più di tendenza e sperimentale d’Europa. Il materiale edile viene quindi trasformato in un oggetto di design eccettrico ma addomesticato.
In via Stradella n.1 sarà presentata un’altra serie a muro, quattro stampe su telaio liberamente ispirate dal libro Testo junkie. Sexe, drogue et biopolitique di Beatriz Preciado. I lavori, insolitamente colorati per gli standard di Monica Bonvicini, sono costituiti da vari ritagli d’immagini di parti del corpo prese da tabloid e riviste scandalistiche. Ne risulta una composizione dove qualsiasi riferimento sessuale viene impoverito per dare risalto ad una analisi del piacere e dell’uso del corpo come materiale di scambio voltato al profitto. Seppure i lavori siano singoli, ognuno riporta una porzione della frase “I like to stand with one leg on each side of the wall” scritta con spray di colore rosa veneziano e ripresa dal testo The German Issue di Heiner Müller.
Bonvicini è recentemente tornata ad esplorare la sociologia legata all’abitare che, in questa mostra, abbraccia strutture sia private che istituzionali. L’artista ha iniziato a lavorare utilizzando elementi architettonici fin dai suoi giorni da studentessa a Cal Arts, ed ha prodotto opere come il grande intervento I Muri (1991), verbrauchte nostalgie (1993), e Wallfuckin’ (1996), per nominarne solo alcuni. Allo spazio n.4 di via Stradella, una parete espositiva di grandi dimensioni è appesa al soffitto sollevata da un lato con una catena. Structural Psychodrama # 3 (2017), questo il titolo dell’opera, è un intervento minimale nello spazio effettuato attraverso l’uso di materiale da costruzione. La drammatizzazione e l’estraniamento derivati da questo intervento confondono il codice di comportamento prestabilito associato alla funzione dell’architettura della galleria, luogo dove esporre arte e, al contempo, luogo dove osservarla e comprenderla. Bonvicini ha vinto diversi premi, tra cui il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia (1999), il Preis der Nationalgalerie für junge Kunst, dallo Staatliche Museen zu Berlin (2005), ed il Rolandpreis für Kunst per l’arte pubblica dalla Foundation Bremen, Germania (2013). I suoi lavori sono stati presentati in molte illustri biennali, tra cui Berlino (1998, 2003, 2014), La TriennaIe Paris (2012), Istanbul (2003), Gwangju (2006), New Orleans (2008), e Venezia (1999, 2001, 2005, 2011, 2015). Ha presentato mostre personali presso Palais de Tokyo, Parigi (2002), Modern Art Oxford, Inghilterra (2003), Secession, Vienna (2003), Staedtisches Museum Abteiberg (2005, 2012), Sculpture Center (2007), Art Institute of Chicago (2009), Kunstmuseum Basel (2009), Frac des Pays de la Loire (2009), Kunsthalle Fridericianum, Kassel (2011), Centro de Arte Contemporaneo de Malága, Spain (2011), Deichtorhallen Hamburg (2012), Kunsthalle Mainz (2013), BALTIC Center for Contemporary Art (2016/17).