Libreria delle donne di Milano, via Pietro Calvi 29
Venerdì 13 gennaio 2016, ore 18,30.
Quarta Vetrina / nuova stagione, a cura di Francesca Pasini.
Di mano in mano, di passo in passo, così il 13 gennaio 2017 Claudia Losi e Sabrina Mezzaqui arrivano alla Quarta Vetrina della Libreria delle donne di Milano (fino al 12 febbraio).
Si sono conosciute all’Accademia di Bologna. Lì un filo le ha unite: quello dell’amicizia, del camminare in montagna, dell’arte, che spesso hanno spartito con altri e altre.
Claudia Losi usa sfere di fili avvolti in maniera fittissima per ricamarvi sopra mondi geografici e simbolici; cuce una grande balena di cachemire grigio che ha una lunga vita e molti partecipanti; costruisce una parete di fili e piombi come una cascata davanti a un isolarlo ad acquarello direttamente a muro.
Sabrina Mezzaqui usa il filo per creare l’ordito di un traforo con le parole di Marguerite Yourcenar riprodotte e ritagliate su carta o, metaforicamente, per eseguire i ritagli di pagine di libri, di quaderni, per ricopiare a mano i diari di Simone Weil e di altri autori amati.
Per ideare la loro Quarta Vetrina, hanno preso spunto da una camminata estiva di alcuni giorni sull’Appennino emiliano di qualche tempo fa. L’idea è dare figura all’amicizia attraverso il simbolo del camminare, quando si è insieme, ma ognuna ha il proprio passo, il proprio respiro, il proprio modo di guardarsi attorno. Infatti, l’invito “andiamo a fare due passi” è il modo per avviare discorsi o interromperne altri.
La loro Quarta Vetrina è una trama di fili di diversi colori, che sostengono frammenti di stampe di animali (Losi); foglietti di carta con parole di donne poeta (Mezzaqui). Alludono alle loro identità e al variabile intreccio nel cammino una accanto all’altra.
Per l’edizione che accompagna la Quarta Vetrina, su una foto di alcune mucche al pascolo, scattata durante la camminata da un compagno di viaggio (Daniele Signaroldi), ricamano con fili di due tonalità una punteggiatura dei loro passi.
Appare un’inedita figura dell’amicizia: la collaborazione di mano in mano collega due identità distinte, aprendo così alla visione di una comunità temporanea, che è la novità che abbiamo di fronte per camminare uno accanto all’altra.