22 marzo, ore 18,30
Quarta Vetrina. Artiste contemporanee raccontano la loro relazione con l’arte, i libri, le donne, i pensieri. Prosegue il ciclo curato da Francesca Pasini.
Dopo la visita della vetrina dall’esterno e dall’interno, incontriamo l’artista)
(Segue la cena della Cucina di Estia, la conferma è gradita)
La città ci riguarda, nel senso che fa parte di noi e che “ci vede” e “ci riconosce”. Marina Ballo la osserva come un organismo vivente, intuendo di essere “ri-guardata”, come raccontano le sue serie fotografiche Con la coda dell’occhio.
Per la Quarta Vetrina ha spostato il suo sguardo vicino al terreno, per captarne la fisicità e assecondare il ritmo del magmatico organismo della città. Urv-ara (in sanscrito significa albero e terra fertile) è il titolo di questa nuova serie dedicata agli alberi.
Ha scelto il momento della potatura. Ha rincorso, tra i binari del tram, lungo i marciapiedi e i giardinetti, ammassi residui di foglie e rami: li ha ritratti con un occhio opposto a quello della prospettiva classica, dove oggetti e figure tendevano all’infinito in simpatia con l’universo, al cui irraggiungibile centro c’era Dio.
Ballo scruta da vicino le tappe della loro vita, nel momento in cui si rigenerano: la potatura. Sono figure carnali, imprevedibili, aggrovigliate, guidano l’empatia tra la percezione umana e la vita naturale. Sono lontane dallo sguardo antropocentrico, anch’esso all’origine della grande invenzione della prospettiva che dagli inizi del Rinascimento ha influenzato l’arte e la raffigurazione del visibile.
Gli Urv-ara di Marina Ballo rivelano che la prospettiva di piante, animali, persone convivono in una reciprocità “finita”, che non ha mai un solo centro. Introducono la mobilità del nostro sguardo dentro la dualità natura-cultura.
(Francesca Pasini)