Sophie Ko, Cadere, 2018
Segue la cena della cucina di Estia (la conferma è gradita)
Accompagna l’installazione un’edizione dell’artista in 10 esemplari
Nelle sue opere Sophie Ko distribuisce il pigmento allo stato puro, su una superficie, sopra la quale applica un vetro. Nel momento in cui pone il quadro in verticale, il pigmento si sposta, crea disegni, confini, paesaggi, ombre, crepe. Non accade secondo il tempo dell’orologio, e neppure cade come la sabbia nella clessidra cui pure richiama, ma seguendo un assestamento interno, impercettibile e continuo. È un simbolo della vita che scorre mentre accade.
Per la Quarta Vetrina Sophie Ko esegue un esperimento: fa cadere il pigmento direttamente sul vetro, senza comprimerlo. Le figure si modificheranno durante il tempo di esposizione, in base all’aria, alla temperatura, alla presenza di chi si troverà alla Libreria delle donne di Milano. Il collegamento metaforico riguarda la visionarietà del tempo della lettura.