il manifesto
- 30 agosto 2001
Napoli,
teatro di pace
Siamo contro
il vertice Nato a Napoli, perché siamo convinte che la Nato sia
una struttura da sciogliere. La nostra è una proposta in vista
del vertice ma valida anche nel caso sia accolta la richiesta di annullarlo,
come anche noi sosteniamo.
Non è l'ennesimo vertice Nato che ci deve ricordare quanto la guerra
faccia parte della globalizzazione, quanto sia parte costituente del nuovo
ordine mondiale. Lo scudo spaziale di cui si discuterà nel corso
del vertice del 26 e 27 settembre a Napoli rappresenta sì una nuova
insensata escalation bellicista perseguita dagli Usa. Ma non è
una novità. Il nuovo concetto strategico della Nato, messo a punto
nel '99, nel corso della guerra contro il governo e la popolazione tutta
della federazione Jugoslava, con l'accordo di tutti i governi occidentali
e nel silenzio dei parlamenti, ha in sé il rischio di ogni nuova
possibile escalation, la spinta alla militarizzazione senza fine del pianeta
e dello spazio. La Nato, da quel giorno, ha manifestato al mondo la sua
funzione di gendarme del pianeta e agente diretto di guerra, quando sia
necessaria a difesa degli interessi occidentali.
Molte di noi in questi anni, tra difficoltà e silenzi, hanno continuato
a lavorare per mettere al centro dell'attenzione democratica, la critica
delle armi, della guerra, della militarizzazione delle menti, dei corpi,
dei territori. E abbiamo affrontato il grande tema del diritto alla pace,
alla libertà e alla giustizia sociale, fondamento di qualsiasi
altro diritto e base di pratiche di pace, di costruzione di reti di pace
per tenere insieme l'iniziativa di soggetti diversi, per impedire che
la guerra sia percepita banalmente come una possibile variabile dei rapporti
internazionali, e che le spese militari comincino ad erodere significativamente
la spesa sociale.
Abbiamo registrato ritardi e incomprensioni anche nel movimento no global,
proprio per quanto riguarda il nesso tra globalizzazione e guerra, tra
G8 e nuova Nato, tra economia e armamenti. E oggi ci sembra che molto
bisognerà lavorare per chiarire il nesso tra il grande progetto
dichiarato a Genova, "un altro mondo è possibile", la
libertà dei popoli e la pace.
Proponiamo per questo al Gsf e a tutti i soggetti del movimento no global,
che le giornate del 26 e 27 settembre siano da tutti concepite e costruite
come una reale alternativa all'ordine della guerra, alternativa radicale-nonviolenta,
nella logica che la ispira, nelle pratiche che la modellano, nel simbolico
che la contraddistingue. "Un altro mondo è possibile"
soltanto se questo avviene, radicalmente, continuativamente, praticamente.
Proponiamo per queste giornate, l'insediamento a Napoli di un grande "Teatro
di Pace": l'allestimento cioè di uno spazio fisico e simbolico
(in un parco, stadio, grande piazza) scegliendo, in alternativa alle forme
del corteo, la forza della parola, del pensiero e dello scambio, capace
di superare i confini e mettere in opera percorsi di pace. In vista della
Perugia Assisi e oltre, affinché l'ordine della guerra, la corsa
agli armamenti, la nuova Nato e i nuovi integralismi, diventino sempre
più insopportabili socialmente e simbolicamente. Proponiamo di
lavorare per un appuntamento di questo tipo, sottraendoci alla logica
della coazione a ripetere lo schema della contrapposizione, raccogliendo
e rafforzando la sfida del costruire alternativa.
Lidia
Menapace (Ass.Rosa Luxemburg), Imma Barbarossa (Ass.Rosa Luxemburg), Elettra
Deiana (parlamentare); Titti De Simone (parlamentare) Luisa Morgantini
(europarlamentare, donne in nero), Monica Lanfranco (Marea, Gsf Genova),
Laura Guidetti (Marea, Gsf Genova), Giovanna Coni (Tavolo di donne sulla
bioetica) Nadia Cervoni (Donne in nero); Antonella Signorini (Scienziate
e scienziati contro la guerra) Sancia Gaetani (Scienziate e scienziati
contro la guerra), Silvia Macchi (Scienziate e scienziati contro la guerra),
Rita Corneli (Ass.Donne in Genere); Patrizia Arnaboldi (Forum Donne Rif.Comunista),
Giovanna Capelli (Forum Donne Rif.Comunista), Maria G. Di Rienzo (Osservatorio
La Panchina, Rete Lilliput); Chiara Malagoli (Rete Lilliput Genova), Francesca
La Forgia (Giovani Comuniste/i, Gsf Bari); Eleonora Forenza (GiovaniComuniste/i,
Forum donne Bari); Maria Grazia Ruggerini (Donne in nero-Roma) Maria Grazia
Campari (Osservatorio sul lavoro delle donne, Milano) Francesca Pesce
(Non una di meno),Micaela Serino (Donne in nero Roma) Anna Draghetti (Donne
in nero, Bologna) Ginevra Bompiani, Patricia Tough (Donne in Nero Bologna,
Coordinamento Marcia Mondiale Bologna) Lucia Lauricella, Chiara Malagoli
(Rete Lilliput Genova), Antonella Cammardella (Forum donne Prc Napoli)
Cristina Galasso (Casa della donna Pisa) Francesca Talozzi Galasso (Casa
della donna Pisa) Giovanna Zitiello Galasso (Casa della donna Pisa) Danila
Baldo (Marcia mondiale delle donne-Coord. Lodigiano) Laura Banchieri,
Piera Palandri (Donne in Nero Firenze) Valeria Savoca (Marcia mondiale
delle Donne-coord.Lodigiano) Graziella Stecconi (Rifondazione Comunista-consigliera
provinciale) Arcostanzo Cosetta, Tilde Giorgi (Centro Italiano Femminile)
Paola Trivella, Pinella Depau (Comitato contro la guerra, Cagliari), suor
Patrizia Pasini.
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