Repubblica
- 6 Dicembre 2001
"POTERE"
Natalia Aspesi
Già la vita
è grigia e le notizie quotidiane nere: ci mancava che si materializzasse
pure un branco rosa, essendo questo colore l'antipatico marchio del non
femminile ma delle femminucce (sotto il nazismo però, il rosa segnalava
nei campi di sterminio gli omosessuali). L'idea è vecchia come il cucco
e non ha niente a che fare con le pari opportunità: per legge le donne,
marchiate di rosa come il maialino Babe, dovrebbero avere il diritto alla
metà dei posti di comando, di potere e, dati i tempi azzurri, probabilmente
anche di abbuffata predatoria. Almeno vent'anni fa, quando le donne credevano
davvero di contare, l'idea fu molto dibattuta fra loro, che se riformiste
l'apprezzavano, se femministe no. Gli uomini se ne stettero zitti sapendo
che poi, dopo qualche tentativo stando, alla fine, donne e non donne,
le decisioni le avrebbero comunque prese loro. Adesso c'è molto entusiamo
tra signore che per valore personale o per gentile concessione di nonni,
padri, mariti e amanti, un po' di potere, o almeno di notorietà, ce l'hanno
già. Le altre rabbrividiscono pensando a queste sorelle agguerrite che
i posti di comando dovranno spartirseli con i potenti di oggi.
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