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Carla Lonzi
Sputiamo su Hegel. La donna clitoridea e la donna vaginale e altri scritti
Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1978
€ 35,00 - pp. 148
PREMESSA
Questi scritti, sia quelli firmati da me che quelli firmati collettivamente,
segnano le tappe della mia presa di coscienza dalla primavera del '70
ai primi del '72, stimolata dalla scoperta dell'esistenza del femminismo
nel mondo e dai rapporti con le donne di Rivolta Femminile.
Il rischio di questi scritti è che vengano presi come punti fermi
teorici mentre riflettono solo un modo iniziale per me di uscire allo
scoperto, quello in cui prevaleva lo sdegno per essermi accorta che la
cultura maschile in ogni suo aspetto aveva teorizzato l'inferiorità
della donna. Per questo la sua inferiorizzazione appare del tutto naturale.
Le donne stesse accettano di considerarsi "seconde" se chi le
convince sembra loro meritare la stima del genere umano: Marx, Lenin,
Freud e tutti gli altri. Mi sono sentita stimolata a confutare alcuni
tra i principi fondamentali del patriarcato, non solo di quello passato
o presente, ma di quello prospettato dalle ideologie rivoluzionarie.
Il nostro Manifesto contiene le frasi più significative
che l'idea generale del femminismo ci aveva portato alla coscienza durante
i primi approcci tra di noi. La chiave femminista operava come una rivelazione.
Il bisogno di esprimersi è stato da noi accolto come sinonimo stesso
di liberazione.
"Sputiamo
su Hegel" l'ho scritto perché ero rimasta molto turbata
constatando che quasi la totalità delle femministe italiane dava
più credito alla lotta di classe che alla loro stessa oppressione.
Quando
né rivoluzione, né filosofia, né arte, né
religione godevano più della nostra incondizionata fiducia, abbiamo
affrontato il punto centrale della nostra inferiorizzazione, quello sessuale.
Durante una campagna per l'abolizione del reato di aborto mi sono chiesta:
è più da schiave soggiacere all'aborto clandestino o al
fatto di rimanere incinte se non si è provato piacere, cioè
solo per soddisfare l'uomo? Chi ci ha obbligato a soddisfarlo a nostre
spese? Nessuno. Lí siamo vittime incoscienti, ma volontarie ("Sessualità
femminile e aborto").
Perché
la donna non ha la risoluzione nell'orgasmo assicurata come l'uomo? Qual'è
il suo funzionamento fisio-sessuale? E quello psico-sessuale? Qual'è
infine il suo sesso? Esistono donne clitoridee e donne vaginali: chi sono?
Chi siamo? ("La donna clitoridea e la donna vaginale").
Prendendo
coscienza dei condizionamenti culturali, di quelli che non sappiamo, non
immaginiamo neppure di avere, potremmo scoprire qualcosa di essenziale,
qualcosa che cambia tutto, il senso di noi, dei rapporti, della vita.
Via via che si andava al fondo dell'oppressione il senso della liberazione
diventava più interiore. Per questo la presa di coscienza è
l'unica via, altrimenti si rischia di lottare per una liberazione che
poi si rivela esteriore, apparente, per una strada illusoria ("Significato
dell'autocoscienza nei gruppi femministi").
Per
esempio, lottare per il domani, un domani senza condizionamenti per la
donna, un domani così lontano che neppure noi ci saremo. L'uomo
ha sempre rimandato ogni soluzione a un futuro ideale dell'umanità,
ma non esiste, possiamo però rivelare l'umanità presente,
cioè noi stesse.
Nessuno
a priori è condizionato al punto da non potersi liberare, nessuno
a priori sarà così non condizionato da essere libero. Noi
donne non siamo condizionate in modo irrimediabile, solo che non esiste
nei secoli un'esperienza di liberazione espressa da noi.
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Carla Lonzi
nata il 6 marzo 1931 a Firenze. Laureata in storia dell'arte con Roberto
Longhi. E' stata critica d'arte " nel senso della scoperta, della
selezione e del rapporto personale ". Nel '63 prende posizione contro
Argan con lo scritto La solitudine del critico in cui dando per inesistente
la categoria operativa " nella quale insediarsi e conseguentemente
agire " dichiara il mestiere di critico " tutto da inventare
". Nel '69 pubblica Autoritratto, De Donato Editore, registrazioni
avvenute durante alcuni anni con quattordici artisti che rappresentano
le sue scelte nell'esperienza diretta dell'avanguardia anni '60. Il dialogo
che ne deriva dà una dimensione degli artisti privata e "
innocente ", come dice Carla Lonzi, " secondo un bisogno di
salvezza loro, e propria sentita dall'autrice ". Nel 1970 lascia
la professione per dedicarsi al femminismo, al gruppo di Rivolta Femminile
e alla casa editrice a esso, collegata. Esordisce con Sputiamo su Hegel
e l'anno successivo con La donna clitoridea e la donna vaginale che sono
due momenti di contestazione della cultura. Nel '78 pubblica Taci, anzi
parla. Diario di una femminista, un vero " trattato di pensiero non
ideologico ". Nel 1980 esce Vai pure, dialogo con Pietro Consagra
che è il chiarimento di una relazione affettiva nel momento in
cui il rapporto uomo-donna diventa un rapporto inconciliabile tra due
coscienze. L'edizione integrale dei suoi testi dal 1970 al 1972 col titolo
Sputiamo su Hegel, La donna ditoridea e la donna vagínale e altri
scritti è tradotta in Argentina e in Germania nel 1975 e in Spagna
nel 1981. Carla Lonzi muore a Milano il 2 agosto 1982.
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